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giovedì 19 febbraio 2015

Il cuore altrove

Oggi, è proprio una di quelle giornate da ricordare.
Ho deciso qualche settimana fa, che la rabbia che mi porto dentro, che l'estrema fragilità della mia anima, avrebbero finito per uccidermi, o nella migliore delle ipotesi, farmi impazzire.
Ed allora, ho capito di aver bisogno di aiuto. Ma non in farmaci, o in palliativi. Volevo una persona che mi ascoltasse, volevo essere compresa e non giudicata. Non volevo essere consolata, volevo che capisse e mi aiutasse a capire, il marasma che ho dentro.
Cosi oggi, in una fredda giornata di tregua dalla pioggia incessante di questi giorni, sono andata a conoscere la mia terapeuta. Una donna per fortuna. Simpatica, strabica e molto comprensiva.
Davvero un bell'inizio; finalmente qualcuno che comprende le mie emozioni, i miei dubbi, i miei sensi di colpa. Qualcuno che mi mette per la prima volta, di fronte alle responsabilità verso me stessa, che mi costringe, a non farmi carico del resto del mondo.
La mia, non è certo stata una vista semplice , una di quelle vite lineari, quasi monotone. La mia è una vita da film, ma non per questo più facile. Anzi, viverla è complicato e snervante e non mi nascondo a dire, che tante volte, ho creduto di non farcela.
La mia mente, il mio cuore, costantemente altrove. In mille posti, senza poter riposare mai in nessuno .
Ed avvolte è davvero molto faticoso.
Infatti , vivo i miei giorni, con una grande stanchezza nero corpo, che quasi non vuole muoversi, come se il rimanere immobile, lo protegesse e potesse quasi mantenerlo in "risparmio energetico ".
Questo periodo passerà , lo spero, devo crederci.
Nel frattempo, chiedo aiuto, e penso che tutti siamo umani e tutti siamo fragili.
Nel frattempo , che Dio mi aiuti ad uscire da questo buio....


lunedì 16 febbraio 2015

profumo di pioggia

Mi piace un sacco sentire il rumore della pioggia quando sei sotto le coperte, e fuori c'è il silenzio della notte. Come una nonna nanna che ti addormenta piano, con dolcezza. Il suono di tanti strumenti musicali, fusi insieme, in una melodia celeste.
Mi conforta sentire il suono della pioggia, è come se la malinconia che suscita in me, diventi consolante.
Per ora, è un periodo strano. Grandi analisi di me, della mia vita presente, ma soprattutto passata. Sto riflette do molto sulla storia della mia vita , sui miei errori passati, ma osservo molto anche gli altri. Le loro storie, i loro pensieri, il loro modo di vivere la vita. E mi sorprende, perché avvolte è davvero surreale.
Guardando la vita ed in particolare l'amore, mi sono resa conto che le persone che più amano, alla fine di una storia, diventano le più spietate , le più stronze, passatemi il termine, soprattutto poi, quando vengono deluse, ferite, non vengono considerate. Ne esce fuori una rabbia fredda, dolorosa, razionale. Eppure a guardarle poco prima, erano pazze d'amore, di sogni, di passione.
Forse ad amare troppo, ci si svuota il cuore. Si finisce con il consumarsi e con il consumare, il dolore che ci si porta dentro, e perfino l'amore, per quanto grande, quando donato, senza essere davvero contraccambiato diventa dolore, diventa peggio, vuoto totale.
Le vedi camminare per strada queste persone, fiere, a testa alta, lo sguardo trasparente di chi ha visto fin troppo, di chi non ha più luce nell'anima, ormai spenta.
Sono persone sole, pur circondate da amici, sono persone che non hanno più obiettivi , se non se stesse, se non impedire agli altri, di fargli ancora male.
Se ne stanno li, nel loro doppio petto, nei loro vestiti aderenti, come steli di plastica sotto la pioggia.
La pioggia cade sopra, ma scivola via, non li bagna, non li inzuppa. L'anima protetta dalle lacrime del cielo, impietoso e grigio.


domenica 15 febbraio 2015

Venti di paura..

        Ecco il mio primo post...un ritorno il mio, ad un blog tutto nuovo, con pseudonimo nuovo, con volontà stavolta di portare a termine questo impegno, che tanto è bello, tanto impegnativo, e tanto, ti scuote dentro, dover far uscire fuori ciò che c'è nella tua anima. Almeno se lo fai con il cuore.
Sono una donna, diciamo sulla quarantina, del sud, di questa meravigliosa Italia.
Sono la classica donna tutta cuore ed emozioni, istintiva e irrazionale, piena di insicurezze, di contraddizioni, di dolcezza e di amarezza.
Una donna, sopravvissuta alla tempesta, in realtà ne sto ancora uscendo, ma so, che il peggio è ormai alle mie spalle. Non so ancora come ho fatto, non so, come ci sono arrivata, né come ne uscirò, ma so che dopo, sarò più forte e ancora più vera di adesso.
Non so voi, ma io in quest'epoca di minacce da parte dei terroristi, di attentati quotidiani, di persone uccise a sangue freddo, in nome di un dio, che in quanto tale, non può volere morte e devastazione.
In questi momenti, in cui accendere la tv, vuol dire scontrarsi con dolore e sofferenza, con scenari orribili di guerre che devastano realtà apparentemente normali fino ad un secondo prima. Io ho paura.
Paura degli uomini, paura, molta paura di ciò che quel meccanismo apparentemente perfetto quale dovrebbe essere il cervello, contiene.
Sono mamma, e da allora, da quel momento in cui 4 anni fa, ho visto per la prima volta il viso di mio figlio, la sua sicurezza, la sua incolumità, vengono prima di ogni singola cosa e soprattutto prima della mia stessa vita.
La libertà di tutti noi, di poter esprimere a parole, ciò che sentiamo, ciò in cui crediamo, ciò che riteniamo giusto, si scontra, con la paura che la sua realtà possa essere devastata dal male.
La paura di giorni diversi da quelli che conosciamo.
Forse, starete pensando che vivo una versione un pò pessimista delle cose, ma davvero penso che siamo in pericolo, che siamo un pò tutti chiamati a questa guerra, che vuole minare la nostra libertà, la nostra ideologia di giustizia, di vita, di quotidiano.
Penso che tutti noi, siamo chiamati a scontrarci con le nostre più terribili paure di questi venti minacciosi, e penso che le nostre parole, i nostri valori, i nostri sogni e soprattutto quelli dei nostri figli, debbano essere difesi, protetti e coltivati, con la volontà e soprattutto con le azioni.
Siamo chiamati a difendere il nostro mondo e stavolta, la minaccia è troppo vicina, troppo importante e troppo terribile per ignorarla.
Spero davvero che in tutto questo parlare, ci siano persone, quelle che ci governano, disposte per una volta, ad anteporre alla loro condizione, ai loro diritti, ai loro privilegi, gli interessi di un'Italia che ha bisogno di aiuto.
Di un popolo, quello italiano, che per fortuna non ha ancora vissuto il dramma della paura che lasciano gli attentati, ma che di drammi ne vive tanti ogni giorno, ed ha bisogno di aiuto, di fatti, ed ha bisogno di vivere il proprio domani in pace.
Perchè non c'è nulla di peggio che vivere nell'assenza di essa.